L'antistoria
I missionari europei sono espulsi nel 1979.
Eppure, nel luogo più improbabile del Burundi, un seminario minore (che funge anche da scuola) nel profondo sud, nel piccolo villaggio di Buta, dalla fine degli anni 80 un giovane sacerdote africano di nessun conto sta sorprendentemente insegnando con grande fatica e periodi di frustrazioni che i burundesi sono tutti fratelli in Cristo figlio di Dio, che Hutu e Tutsi non hanno ragioni per non essere uniti, che il Burundi si costruisce attraverso la loro unità.
Usa le tradizioni, lo sport, lo studio condiviso, le camere condivise per saldare amicizie ritenute impossibili. Ma non sembra funzionare più di tanto!
Il 30 aprile 1997 nel seminario irrompono migliaia di miliziani irregolari Hutu decisi a sterminare i Tutsi. Entrano alle 5.30 nei cameroni e intimano ai ragazzi di dividersi, Hutu da una parte e Tutsi dall'altra. I ragazzi, di età tra 13 e 20 anni, non si dividono.
Alle successive minacce i ragazzi non si dividono. Anche con la minaccia di uccidere tutti, i ragazzi non si dividono!
Partono i primi colpi e granate e mitragliate. Poi i miliziani cercano in altre camere e luoghi del seminario; allora i compagni nascosti sotto i letti escono e vanno a curare i feriti. Ma i miliziani tornano e sparano anche su questi ragazzi inermi. Nessuno si lamenta, solo parole di perdono per gli assassini (anch’essi cristiani) e orgoglio per essere restati uniti fino a questo punto!
Il rettore del seminario si salva miracolosamente e arriva nel camerone alla fine della scorreria dei miliziani, dopo cinque ore: pensa che tutta la sua fatica sia andata perduta! Ma quando sente da parte dei feriti e dei morenti parole di perdono nei confronti dei miliziani Hutu e la soddisfazione di essere rimasti uniti, capisce che quello è il giorno della loro vittoria!
Il suo metodo educativo ha prodotto il più prezioso gioiello che tutt'ora è incastonato in quella parte di Africa!
Rimangono sul suolo 40 morti e oltre 100 feriti. Oggi è in corso il processo di beatificazione dei ragazzi uccisi e i pellegrinaggi al santuario che celebra i 40 Martiri della Fraternità sono in aumento da tutto il Burundi e non solo, perché questo luogo è il simbolo della impossibile unità!
Visitando questo luogo estraneo, oserei quasi dire straniero in questo nostro mondo dominato dalla reattività delle logiche umane, ho cambiato la mia visione degli Africani. Li ritenevo bisognosi, non solo sulle necessità primarie, ma anche sull’educazione. Come questi popoli che alcuni ritengono selvaggi e perfino geneticamente assassini hanno potuto raggiungere una tale vetta di umanità e di idealità? Io, misero europeo scettico e aduso a necessità superflue, mi sono sentito un nano al loro cospetto!
Perché è un fatto contro ogni consolidata dinamica umana, antistorico!
Nel paese più infelice del mondo.
Nel paese più povero del mondo.
Nel luogo più sperduto del mondo.
Con le persone più improbabili del mondo.
… eppure è accaduto!
Sto osservando la nascita di una nuova civiltà, una nuova Africa.